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Ultimi racconti - 9788845905155
di Karen Blixen edito da Adelphi, 1982
- Prezzo di Copertina: € 20.00
- € 19.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Ultimi racconti
- Autore: Karen Blixen
- Editore: Adelphi
- Collana: Biblioteca Adelphi , Nr. 125
- Edizione: 5°
- Data di Pubblicazione: 1982
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 377
- Traduttore: Motti A.
- Dimensioni mm: 240 x 0 x 10
- ISBN-10: 8845905152
- ISBN-13: 9788845905155
C’è una Karen Blixen cui tutto precipita. Precipita il matrimonio con l’uomo mai amato, detestabile euforico che rincorreva sottane e, delle sottane, le cosce e, delle cosce, il segreto. Precipita il conto mensile tanto da imporle di vendere i mobili, il broccato, le tazze da tè; tanto da imporle di vendere gli abiti, d’una limpidezza solo francese, ad una vecchia ebrea della vecchia Nairobi. Precipita la salubrità delle carni, perché tremola alquanto, si dilania di fitte improvvise, s’asciuga al peso di trentotto chili, malati d’una sifilide in dono. «Rinuncio al mio diritto a una vera vita umana» annota sulla stinta facciata d’un taccuino dalla carta di riso. La Karen Blixen che ragionava sul mondo, il mare, il deserto scrivendo di mondo, mare, deserto s’intossica, secca, s’affatica e s’aggrava fino a rinunciare «a una vera vita umana». Comincia così a fantasticare d’indizi, di segni, di rivelazioni presunte; d’irradianti illusioni, di cadenze d’inganno. Comincia a smaniare, cercando ansimante la presenza dell’altro (un amico, un allievo, Dio o la Natura) per possedere quest’altro (un amico, un allievo, Dio o la Natura). Devi capire – scrive al fratello – e se necessario approvare, il fatto che una pallottola è per me più dignitosamente umana di quanto lo sarebbe diventare, in questa esistenza terrena, come una mosca in bottiglia». Questa Karen Blixen, con le ultime forze e con gli ultimi spunti di una fantasia devastata, scrive i suoi racconti più belli: ad un passo sltanto dal dirupo l’immagine prende il volo.
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C’è una Karen Blixen cui tutto precipita. Precipita il matrimonio con l’uomo mai amato, detestabile euforico che rincorreva sottane e, delle sottane, le cosce e, delle cosce, il segreto. Precipita il conto mensile tanto da imporle di vendere i mobili, il broccato, le tazze da tè; tanto da imporle di vendere gli abiti, d’una limpidezza solo francese, ad una vecchia ebrea della vecchia Nairobi. Precipita la salubrità delle carni, perché tremola alquanto, si dilania di fitte improvvise, s’asciuga al peso di trentotto chili, malati d’una sifilide in dono. «Rinuncio al mio diritto a una vera vita umana» annota sulla stinta facciata d’un taccuino dalla carta di riso. La Karen Blixen che ragionava sul mondo, il mare, il deserto scrivendo di mondo, mare, deserto s’intossica, secca, s’affatica e s’aggrava fino a rinunciare «a una vera vita umana». Comincia così a fantasticare d’indizi, di segni, di rivelazioni presunte; d’irradianti illusioni, di cadenze d’inganno. Comincia a smaniare, cercando ansimante la presenza dell’altro (un amico, un allievo, Dio o la Natura) per possedere quest’altro (un amico, un allievo, Dio o la Natura). Devi capire – scrive al fratello – e se necessario approvare, il fatto che una pallottola è per me più dignitosamente umana di quanto lo sarebbe diventare, in questa esistenza terrena, come una mosca in bottiglia». Questa Karen Blixen, con le ultime forze e con gli ultimi spunti di una fantasia devastata, scrive i suoi racconti più belli: ad un passo sltanto dal dirupo l’immagine prende il volo.