Il problema morale della distanza e le sue implicazioni - 9788831291026

Il problema morale della distanza e le sue implicazioni: Il mondo nel quale viviamo è caratterizzato da grandi diseguaglianze, sia tra le nazioni sia all'interno di esse: la ricchezza, il potere politico ed economico sono distribuite in maniera ineguale, le risorse di cui godiamo sono estremamente vaste, tuttavia vi sono anche numerose privazioni e disuguaglianze. Questa situazione viene spesso sottostimata, circostanze come la prossimità o la distanza arrivano ad influenzare anche profondamente il nostro giudizio. Obiettivo del presente lavoro è dunque di analizzare la rilevanza morale della distanza, cercando di capire quale ruolo possano avere la prossimità o la distanza nel determinare quali obblighi abbiamo nei confronti delle altre persone, con particolare riferimento a chi si trova in difficoltà. Nel farlo verranno presi in considerazione il concetto di benevolenza e il suo opposto, l'autointeresse. Alcuni autori, infatti, sostengono che dovremmo estendere la benevolenza a livello universale, non tenendo in conto la prossimità, fisica ma anche genetica o amicale, mentre altri sostengono che l'agire umano sia dettato dal mero autointeresse e che non ci sia spazio per azioni realmente altruistiche. Si cercherà di mettere in evidenza, al contrario, come sia più opportuno riflettere su una terza via, una forma di parzialità moderata che non ignori il vincolo parentale o amicale con gli altri individui, ma che allo stesso tempo vada al di là del mero interesse personale.
The world in which we live is characterized by great inequalities, both between nations and within them: wealth, political and economic power are unequally distributed, the resources we enjoy are extremely vast, but there are also many deprivations and inequalities. This situation is often underestimated, circumstances such as proximity or distance also profoundly affect our judgment. The aim of this work is therefore to analyse the moral relevance of distance, trying to understand what role proximity or distance can play in determining what obligations we have with other people, with particular reference to who can be he's in trouble. In doing so, the concept of benevolence and its opposite, self-interest will be taken into account. Some authors, in fact, argue that we should extend benevolence to a universal level, not taking into account proximity, physical but also genetic or friendly, while others argue that human action is dictated by mere self-interest and that there is no room for truly altruistic actions. It will try to highlight, on the contrary, how it is more appropriate to reflect on a third way, a form of moderate partiality that does not ignore the parental or friendly bond with other individuals, but at the same time goes beyond mere self-interest.