Ottocento letterario. Dalla periferia al centro - 9788843018000

Ottocento letterario. Dalla periferia al centro: Questo libro, pur nella fedelta' a una scuola, quella bolognese, che ha saputo coniugare con equilibrio erudizione e filologia, presenta pregi non trascurabili per una sua utilizzazione didattica, anche nella prospettiva della riforma universitaria. In primo luogo, gli spunti che emergono dallo scambio fecondo fra lingua e letteratura (specie nei capitoli su Stendhal, Zambrini e Fiacchi): essenziale per capire lo sviluppo della tradizione italiana, la quale proprio nella lingua, vittoriosa sul concerto dei dialetti grazie anche alle polemiche fra puristi e innovatori, ha trovato una unita' che non le poteva mai venire dalla secolare divisione politica. In secondo luogo, il suo far leva su aspetti apparentemente marginali del secolo XIX, e in particolare dell'eta' romantica (un certo Foscolo o un certo Carducci), dal cui insieme puo' derivare un'idea non manualistica di quel lungo periodo fra Italia ed Europa. Anche in questo senso puo' essere utile la rivisitazione di un critico, come Umberto Bosco, che ha fortemente contribuito a rinnovare il canone dei nostri scrittori dell'Ottocento
This book, despite its allegiance to a school, the Bolognese one, which has been able to combine with balance erudition and philology, presents not negligible merits for its educational use, even in the perspective of university reform. First, the ideas that emerge from the fruitful exchange between language and literature (especially in the chapters on Stendhal, Zambrini and Fiacchi): essential to understand the development of the Italian tradition, which precisely in the language, victorious on the concert of dialects thanks also to the controversies between purists and innovators, has found a unity that could never come from the secular political division. Secondly, its leveraging on seemingly marginal aspects of the nineteenth century, and in particular of the romantic age (a certain Foscolo or a certain Carducci), from which together can derive a non-manualistic idea of that long period between Italy and Europe. In this sense too, it may be useful to revisit a critic, such as Umberto Bosco, who has strongly contributed to renewing the canon of our writers of the nineteenth century