Cambio di rotta. Nuove vie dell'estetica - 9788877260932

Cambio di rotta. Nuove vie dell'estetica: Pubblicato da Reclarn nel 2012 e insignito nel 2016 del "Premio Internazionale d'Estetica" conferito dalla Società Italiana d'Estetica, il volume di Wolfgang Welsch "Cambio di rotta. Nuove vie dell'estetica" costituisce una cruciale riflessione sulle categorie dell'estetica filosofica. Attraverso una penetrante indagine teorica, Welsch sottolinea la necessità di rivedere le relazioni tra arte e filosofia, allo scopo di superare tanto le indebite assimilazioni quanto la totale incommensurabilità che hanno contrassegnato rispettivamente la modernità e il postmoderno. Analizzando le trasformazioni del concetto di arte nell'ultimo secolo, Welsch argomenta dunque a favore di un'apertura dell'estetica a una serie di sollecitazioni ulteriori, dalla nuova tecnologia elettronica, discussa sulla base di una stimolante rilettura dell'eredità del Bauhaus, alle prestazioni dello sport professionistico, di cui si sostiene con finezza interpretativa lo statuto artistico. Dietro l'ampiezza dello spettro tematico emerge in modo sempre più chiaro l'unità del progetto di Welsch, il quale intende prendere congedo non solo dalle limitazioni imposte dall'estetica moderna, ma anche e soprattutto dall'antropocentrismo che ne rappresentava il presupposto, allo scopo di ricollocare l'uomo all'interno della natura di cui è parte. Prefigurato nelle esperienze artistiche novecentesche (ma anche orientali), dove la presenza massiccia della contingenza mette in scacco l'ideale dell'opus perfectum, il "cambio di rotta" di cui parla Welsch trova così il proprio fondamento filosofico in un'originale riconsi
Published by Reclarn in 2012 and awarded in 2016 the "International Prize of Aesthetics" awarded by the Italian Society of Aesthetics, Wolfgang Welsch's book "Change of course. New ways of aesthetics" is a crucial reflection on the categories of philosophical aesthetics. Through a penetrating theoretical investigation, Welsch emphasizes the need to revise the relationships between art and philosophy, in order to overcome both the undue assimilations and the total immeasurability that marked modernity and postmodernism respectively. Analyzing the transformations of the concept of art in the last century, Welsch argues in favor of an openness of aesthetics to a series of further solicitations, from the new electronic technology, discussed on the basis of a stimulating reinterpretation of the Bauhaus's heritage, to the performance of professional sport, of which the artistic status is supported with fine interpretativeness. Behind the breadth of the thematic spectrum, the unity of Welsch's project emerges increasingly clearly, which intends to take leave not only from the limitations imposed by modern aesthetics, but also and above all by the anthropocentrism that represented its precondition, in order to relocate man within the nature of which he is a part. Foreshadowed in the nineteenth-century (but also oriental) artistic experiences, where the massive presence of contingency puts in check the ideal of the opus perfectum, the "change of course" of which Welsch speaks thus finds its philosophical foundation in an original recons reaped