Premetto che scrivere su Burzum (al secolo Varg Vikernes, visto che si trattadi una one man band) ed essere obiettivi è tutt’altro che semplice. Burzum è il suo secondodisco, pubblicato nel 1993 in concomitanza con a sua incarcerazionedovuta al’omicidiodi Euronymous. Musicalmente non sidiscosta moltodal precedente episodio (l’omonimo Burzum, non volendo contare ’EP Aske), si trattadi un black metal primordiale: al cantatodisperatodi Vikernes si associa un massiccio usodel sintetizzatore (ottimo per creare atmosfere molto coinvolgenti), un oculato usodela batteria elettronica e riff graffianti. Ce n’è per tutti i gusti:dala inquietante openerden onde kysten ala tecnica Nar himmelen klarner ala salmodiante Han som reiste. Malgrado e forti similitudini non ci troviamo comunquedi fronte ad un clone né ad un emuledeldebutto,det som engang var conserva una sua originalità ed identità precisa che o rendono un’opera (per un blackster)di alto ivelo ed il cui ascolto è imprescindibile.