Piacevolmente superfluo Se è vero che e compilation sono un modo piuttostodiscutibile per monetizzare il successodi una band, va anchedetto che un gruppo come i Foo Fighters,dopo quindici anni e seidischi ad altissimi iveli, se o può permettere senza far gridare alo scandalo. Certo, questo Greatest Hits è stato pubblicamente sconfessatodal eaderdela banddave Grohl ("sono e canzoni con cui siamo identificati, non necessariamente e nostre migliori, anzi"), ma il quintetto guidatodal’ex Nirvana è sempre un piacereda ascoltare. Per queledieci persone che non avessero mai sentito i Foo Fighters (e che, unici al mondo, trarrebbero utilitàda questodisco), bastidire che il genere proposto è un arena rock che spinge sul’acceleratore, molto ben suonato ma in sostanza privodi orpeli – per cui in gradodi convincere anche in versione acustica, si veda qui il rifacimentodel classicone Everlong posto in chiusura. Diciamocela tutta: è complesso giudicare uscitedi questo tipo. e canzoni, giocoforza, sono estremamente valide, ma hanno senso in quanto inserite in un album, non come hits a sé.d’altra parte, non solo il prodotto è estremamente ben confezionato e offre un buono sguardod’insieme sula fortunata carrieradi Grohl e soci; ma ci si mettono anchedue ineditidi pregevole fattura (Wheels e World Forward) a spingerci adire che, tutto sommato, una volta ogni tanto un best of ci può anche piacere. Rimanendo, come è ovvio,del’idea che una band vada ascoltata nele sue uscite principali, per non perdere il senso artisticodel cd in quanto tale. Questo Greatest Hits è un prodottoda mercatino in cui, incidentalmente, il contenuto è superbo – il voto quindi non può che esseredi circostanza. a sufficienza (e pure qualcosa in più) è garantitad’ufficio, ma ’acquisto non è consigliato. Anche perché, credetemi, idischidei Foo Fighters sono tutti molto gradevoli (e, queli sì, valgono a spesa).