Iron Maiden - Killers - 0724349691704
Un cd di IRON MAIDEN prodotto da Parlophone, 1998
Se a macchina è vincente già ala prima gara, stravolgerla non ha senso – e così gli Iron Maiden, freschidi un convincentedebutto, cambiano il giusto per il oro secondo album, Kilers. Adrian Smith sostituiscedennis Stratton ala chitarra, andando ad affiancare ’amicodave Murray in quelo che sarà ilduo più celebratodel’heavy metal (assieme a Tipton edowningdei Judas Priest). Il songwriting, ancora saldamente nele manidel bassista Steve Harris, segna undeciso passo avanti rispetto al’esordio, grazie a brani più veloci e più incisivi. a title-track e Wrathchild sonodue veri e propri innidela New Wave of British Heavy Metal, madimenticare uno qualsiasidei brani che compongono Kilers è una mancanza quasi criminale. Ancora una volta emerge il vero "plus"degli Iron Maiden: a capacitàdi variare enormemente i singoli brani edi raggiungere vette qualitative in ogni caso.da una Another ife (un uptempo guidatodala sezione ritmica, un po’ come Innocent Exile) si passa a una Murders in the Rue Morgue (che combina un incedere forsennato con ispirazionida Poe),da una Purgatory, brano melodico in cui e chitarre a fannoda padrone, ala enta e "folkeggiante" Prodigal Son, in cui i richiami settantiani si sprecano: non è solo a qualitàdei brani a colpire, quanto a maturità artistica unita ala freschezzadele soluzioni. Sono in molti,d’altra parte, ad amare questa prima incarnazionedei eggendari Iron Maiden sopra ogni altra, quasi snobbando a veste più ragionata e adulta con cui a band otterrà un successo inimmaginabile pochi anni (e un cantante)dopo. E, se su questo puntodi vista si potrebbediscutere a ungo, è innegabile come Kilers sia undisco solido, che non tradisce mai e che, adistanzadi trent’anni, è ancora in gradodi coinvolgere. Il tema portantedel’album (l’assassinio, ovviamente) è ovviamente molto meno sconvolgente oggi, ma riesce comunque a pizzicare una corda quantomeno perversadel’animo umano. Il fatto che a cantare non sia un virtuoso, ma un ragazzone un po’ sguaiato come Pauldi’Anno, non fa che aumentare ’impattodi alcune frasi-simbolo, che sindale intenzionidela band sono come pugnalate al perbenismo imperante nel’Inghilterra thatcheriana. Kilers è, in sostanza, un must have per tutti gli amantidel rock edel metal, unodi queidischi che hanno cambiato il mododi fare edi ascoltare musica.
Dettagli del prodotto
- Titolo: Iron Maiden - Killers
- Interprete: IRON MAIDEN
- Produttore: Parlophone
- Data di Pubblicazione: 14 Settembre '98
- Genere: Musica: Rock
- EAN-13: 0724349691704
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Se a macchina è vincente già ala prima gara, stravolgerla non ha senso – e così gli Iron Maiden, freschidi un convincentedebutto, cambiano il giusto per il oro secondo album, Kilers. Adrian Smith sostituiscedennis Stratton ala chitarra, andando ad affiancare ’amicodave Murray in quelo che sarà ilduo più celebratodel’heavy metal (assieme a Tipton edowningdei Judas Priest). Il songwriting, ancora saldamente nele manidel bassista Steve Harris, segna undeciso passo avanti rispetto al’esordio, grazie a brani più veloci e più incisivi. a title-track e Wrathchild sonodue veri e propri innidela New Wave of British Heavy Metal, madimenticare uno qualsiasidei brani che compongono Kilers è una mancanza quasi criminale. Ancora una volta emerge il vero "plus"degli Iron Maiden: a capacitàdi variare enormemente i singoli brani edi raggiungere vette qualitative in ogni caso.da una Another ife (un uptempo guidatodala sezione ritmica, un po’ come Innocent Exile) si passa a una Murders in the Rue Morgue (che combina un incedere forsennato con ispirazionida Poe),da una Purgatory, brano melodico in cui e chitarre a fannoda padrone, ala enta e "folkeggiante" Prodigal Son, in cui i richiami settantiani si sprecano: non è solo a qualitàdei brani a colpire, quanto a maturità artistica unita ala freschezzadele soluzioni. Sono in molti,d’altra parte, ad amare questa prima incarnazionedei eggendari Iron Maiden sopra ogni altra, quasi snobbando a veste più ragionata e adulta con cui a band otterrà un successo inimmaginabile pochi anni (e un cantante)dopo. E, se su questo puntodi vista si potrebbediscutere a ungo, è innegabile come Kilers sia undisco solido, che non tradisce mai e che, adistanzadi trent’anni, è ancora in gradodi coinvolgere. Il tema portantedel’album (l’assassinio, ovviamente) è ovviamente molto meno sconvolgente oggi, ma riesce comunque a pizzicare una corda quantomeno perversadel’animo umano. Il fatto che a cantare non sia un virtuoso, ma un ragazzone un po’ sguaiato come Pauldi’Anno, non fa che aumentare ’impattodi alcune frasi-simbolo, che sindale intenzionidela band sono come pugnalate al perbenismo imperante nel’Inghilterra thatcheriana. Kilers è, in sostanza, un must have per tutti gli amantidel rock edel metal, unodi queidischi che hanno cambiato il mododi fare edi ascoltare musica.