Iron Maiden - 0724383586820
Un cd di IRON MAIDEN prodotto da Emi, 1980
- € 32.99
Un esordio che è leggenda per una delle band simbolo dell’heavy metal britannico e non, questo disco è anche una delle massime espressioni della cosiddetta New Wave of British Heavy Metal. Per essere una band all’esordio, gli Iron Maiden mostravano già i riflessi di un talento cristallino, concentrato sì nella figura del bassista e leader Steve Harris, ma anche nel talentuoso duo chitarristico Dave Murray-Dennis Stratton (quest’ultimo sostituito di lì a poco da Adrian Smith). A completare il quadro un batterista notevole come Clive Burr e un cantante con marcate influenze punk e chiare origini italiane, Paul Di’Anno. In quaranta minuti troviamo sia pezzi rapidi e "anthemici", come i singoli Sanctuary e Running Free (entrambe tuttora spesso presenti nelle scalette live della band), sia brani più ragionati e arrangiati; c’è Remember Tomorrow, successivamente coverizzata persino dai Metallica, ci sono l’ipnotica Strange World e l’esaltante Phantom of the Opera. Ma è davvero difficile individuare tracce di livello inferiore o meno amate dai fan, che negli anni hanno mandato a memoria anche la strumentale Transylvania. Ovviamente, non ci sono solo note positive – dopo tutto parliamo di un debutto, e certe mancanze sono fisiologiche. Il sound, per quanto sia stato successivamente rimaneggiato per le varie ristampe, resta debole alla base; colpa, assicura la band, di un tecnico del suono ignorante e svogliato, che in pochi secondi aveva additato gli Iron Maiden come un’altra band punk senza futuro. E, se è vero che l’aggressività è lì, il vero punto di forza del disco sono le influenze progressive rock, che caratterizzeranno il songwriting di Steve Harris per tutta la sua carriera. Tant’è che, racconta lo stesso Harris, era difficile trovare ragazzi in grado di suonare determinate canzoni – troppi cambi di tempo, troppe strutture "intricate" (rispetto al punk tout court, ovviamente). In ogni caso, se si vuole avere un’idea di come suonassero gli Iron Maiden prima di conquistare il successo planetario, probabilmente la scelta migliore è il successivo Killers; ma questo album d’esordio non è materiale per completisti, quanto piuttosto un solido disco di heavy primordiale e giovanile.
Dettagli del prodotto
- Titolo: Iron Maiden
- Interprete: IRON MAIDEN
- Produttore: Emi
- Data di Pubblicazione: 1980
- EAN-13: 0724383586820
Un esordio che è leggenda per una delle band simbolo dell’heavy metal britannico e non, questo disco è anche una delle massime espressioni della cosiddetta New Wave of British Heavy Metal. Per essere una band all’esordio, gli Iron Maiden mostravano già i riflessi di un talento cristallino, concentrato sì nella figura del bassista e leader Steve Harris, ma anche nel talentuoso duo chitarristico Dave Murray-Dennis Stratton (quest’ultimo sostituito di lì a poco da Adrian Smith). A completare il quadro un batterista notevole come Clive Burr e un cantante con marcate influenze punk e chiare origini italiane, Paul Di’Anno. In quaranta minuti troviamo sia pezzi rapidi e "anthemici", come i singoli Sanctuary e Running Free (entrambe tuttora spesso presenti nelle scalette live della band), sia brani più ragionati e arrangiati; c’è Remember Tomorrow, successivamente coverizzata persino dai Metallica, ci sono l’ipnotica Strange World e l’esaltante Phantom of the Opera. Ma è davvero difficile individuare tracce di livello inferiore o meno amate dai fan, che negli anni hanno mandato a memoria anche la strumentale Transylvania. Ovviamente, non ci sono solo note positive – dopo tutto parliamo di un debutto, e certe mancanze sono fisiologiche. Il sound, per quanto sia stato successivamente rimaneggiato per le varie ristampe, resta debole alla base; colpa, assicura la band, di un tecnico del suono ignorante e svogliato, che in pochi secondi aveva additato gli Iron Maiden come un’altra band punk senza futuro. E, se è vero che l’aggressività è lì, il vero punto di forza del disco sono le influenze progressive rock, che caratterizzeranno il songwriting di Steve Harris per tutta la sua carriera. Tant’è che, racconta lo stesso Harris, era difficile trovare ragazzi in grado di suonare determinate canzoni – troppi cambi di tempo, troppe strutture "intricate" (rispetto al punk tout court, ovviamente). In ogni caso, se si vuole avere un’idea di come suonassero gli Iron Maiden prima di conquistare il successo planetario, probabilmente la scelta migliore è il successivo Killers; ma questo album d’esordio non è materiale per completisti, quanto piuttosto un solido disco di heavy primordiale e giovanile.