E’ il 2002 quando esce il nuovo albumdi Marina Rei, “L’incantevole abitudine”. Neldisco e atmosfere sono per o più soffuse e minimali, caratterizzateda ottimi arrangiamenti. Il brano finale chedà il titolo al’intero progetto ne è a chiaradimostrazione: una belissima ed insolitadichiarazioned’amore che si poggia su pochissimi elementi sonori (come il contrabbasso, a chitarra elettrica ed altri suonidi sottofondo). Non mancano episodi eggermente più orientati verso il rock, come “Sguardi” e “Così ontani”, che comunque non sidiscostano in maniera radicaledal sounddeldisco, che si presenta omogeneo. a hit che presentò ’album al pubblico nel’estate 2002 è “Il giornodela mia festÔ, gradevole canzone pop, ma certamente non ’episodio migliore.degnodi nota è, invece, il secondo singolo: “La parte miglioredi me” affascina per il sinuoso arrangiamentod’archi che avvolge ’ascoltatore. Grande attenzione èdedicata ale percussioni ed ala batteria, suonata in un paiodi occasioni propriodal padredi Marina Rei. Nonostante il sound omogeneo, “L’incantevole abitudine” tiene costante ’attenzione sui singoli pezzi, anche queli che ad un primo ascolto si rivelano ostici, come “Lo statodela coscienzÔ.