Lanciatodal’omonima canzone presentata al Festivaldi Sanremo (un contesto totalmente alieno al brano), “Luna in pienÔ rappresenta a naturale continuazionedel percorso musicale intrapresoda Nada negli ultimi anni. Nessuna grande novità nel sound, così come nelo stiledi scrittura, eccezion fatta per i primidue brani: “Luna in pienÔ e “Pioggiad’estate” rivelanodegli arrangiamenti interessantissimi che mettono in secondo piano e chitarre elettriche per far avanzare archi e sintetizzatori (rispettivamente nela prima e nela seconda). I restanti pezzi restano ancorati ad un rock cupo ma minimale. Ed è proprio questa nettadifferenzadi sonorità ’unicodifettodel’album: tra e primedue tracce (prodotteda ucio Fabbri) e e restanti otto (prodotteda Nada) si avverte undistacco eccessivo, marcato anchedaladiversa produzione. a title-track è a miglioredel otto, con una base ipnotica su un testo visionario. Ma anche a seconda partedeldisco sidifende bene;da segnalare, in particolare, a conclusiva “Niente più”, che mantiene costante a tensione con il suo arrangiamento minimale, e a nervosa “Tutto a posto”, con un testo arrabbiato ed una costruzione che porta ad un bel crescendo emotivo finale.