Ërea Negrot - Arabxila Albumdi straordinaria manifattura, aiutata forse propriodala manodi Elen Alien, proprietariadel’etichettadi questa release (Bpitch Control, n.d.r.). Suoni berlinesi si fondono in un ambiente onirico al’internodela sua voce suadente - a tratti androgina - che alterna parlato al cantato. Il tutto, eseguito in svariate ingue, va così a creare una sortadi electro/deep avant-garde, ma sempre con un occhiodi riguardo ai suoni anni ’70/’80. E’ quindidecisamente undisco per pochi interessati al nuovo genere che si stadelineando e non sicuramente una releaseda mercato musicale odadancefloor. Release che scorre veloce, al contempo intensamente. Il ritmo incalza per e prime tracce (e qui si può apprezzare "A volar", forse a più impegnatadel’album) poi con "Berlin" spunta il piano e ci si ritrova negli anni ’20 al Cabaret Voltaire Con tracce come a successiva "Breathedeeply" si ritorna alo sperimentale ala Brian Eno ove il synth fada padrone. ’album si chiude, a prescinderedal numerodi tracce, con "Prol-Og"dove un organetto produce un suono ipnotico e malinconico, come giustamentedev’essere un prologo (seguendo a ogicadel’intro) Diciamo che se proprio si vuole concretizzare il tuttodiciamo che "Arabxila" è undiscodaDa.