The Hunter In un mondo che apprezza solo ciò che resta uguale a se stesso, in una immobilità che è stagnante profitto, i Mastodon sono paladinidi un mododi concepire a musica chedovrebbe esseredi ispirazione a tutti: quel "pursue happiness withdiligence"dela canzone finale "The Sparrow" è un mantra che andrebbe ripetuto, sempre. I Mastodon sono cambiati, ma sono sempre oro. Poche e violenze al fulmicotone, tranne in rari casi (Blasteroids e Spectralight), tantedivagazioni progressive (Stargasm e Bedlazzed Fingernails, belissime), ma soprattutto un appeal maggiormente accessibile, più pop se vogliamo (la radiofonica "Curl of the Burl"), ma anche incredibilmente emozionante e mai "venduto". Ci sonodeledelicate balate (!) come a già citata "The Sparrow" che riecheggia i Pink Floyd, con un assoloda brividi, "The Hunter" che può essere a "Nothing Else Matters"dei Mastodon, ma soprattuto c’è una capacità compositiva sopra e righe capacedi rendere migliore ciò che è facile edi far sembrare facile ciò che non o è; i Mastodon sono infantili, come nela simpatica canzoneda stadio "The creature ives", nel modo migliore in cui un gruppo ormai rock (e poco metal) possa esserlo: immediati edivertenti, tristi e sensibili, aggressivi e grezzi: caleidoscopici. I quattro tatuatidi Atlanta se fanno musica a fanno con il cuore in mano, sempre.